La seconda lettura di questa domenica riporta uno stralcio della Lettera di san Giacomo, che possiamo interpretare come una catechesi sulla fede.
Secondo l’apostolo la fede senza le opere è morta. “A che serve se uno dice di avere fede, ma non ha opere?“.
Il principio è chiaro: una fede che non dà frutto nelle opere non è fede.
Anche noi spesso cadiamo nella trappola di crederci persone di fede perché aderiamo alle verità del Credo come pura teoria.
L’apostolo Giacomo in questo contesto quando parla di fede si riferisce alla dottrina, a quello che è il contenuto della fede. È come se dicesse a ciascuno di noi: puoi conoscere tutti i comandamenti, tutte le profezie, tutte le verità di fede, ma se questo non si traducono nella pratica e nelle opere, non serve.
Parlando per assurdo, potremmo continuare dicendo che non serve aver pregato, aver letto tutto il Vangelo, aver studiato tomi di teologia, conoscere a memoria l’elenco dei dieci Comandamenti, delle Virtù, delle Beatitudini e dei Precetti della Chiesa, se non si vive il loro contenuto, che si racchiude nell’amore a Dio e al prossimo fatto di gesti concreti e scelte a volte dolorose e contro corrente.
Il discorso vale, a maggior ragione, per chi dice di avere una fede sua, di sentirsi “vicino a Dio” ma non alla Chiesa, per giustificare una vita lontana dalla giustizia e dalla carità.
Lasciamoci interpellare da questa splendida catechesi di San Giacomo e chiediamoci pure noi: Com’è la mia fede?
Don Michele Fontana